La popolazione over 65 sta crescendo a livello globale. Oggi, l’8,5% della popolazione mondiale è già over 65 e questo dato è destinato a raggiungere il 17% entro il 2050. In Europa questa fascia d’età rappresenta il 19% della popolazione. In Italia i dati Istat evidenziano che, tra il 2020 e il 2023, oltre ad essere aumenta l’età media da 45,7 anni a 46,4 anni, è aumentata anche la percentuale di over 65 pari al 24,1% (circa H della popolazione totale) e di over 80 che si attestata al 7,7%, senza escludere gli ultracentenari che hanno raggiunto, nel 2023, il più alto livello storico.
L’Italia è seconda al mondo per longevità soltanto al Giappone.
La provincia di Cremona è la seconda con la percentuale di over 65 della Regione Lombardia, dopo Pavia. Negli ultimi venti anni, tale percentuale è cresciuta dal 23.7% nel 2002 al 25.01% di oggi (dati Istat). A ciò hanno contribuito diversi fattori, tra i quali la diminuzione dei flussi migratori, lo spostamento soprattutto della fascia di giovani verso l’area metropolitana di Milano e la diminuzione dell’indice di natalità, passato da 7,3 nel 2002 a 6,5 nel 2020 (Istat, 2020). I dati sull’invecchiamento relativi alla Provincia di Cremona sono rappresentativi dell’andamento nazionale registrando, in alcuni casi, valori anche superiori. Ne è un esempio l’indice di vecchiaia che vede il dato italiano attestarsi a 193,3%, mentre il dato della provincia di Cremona a 204,5% e, ancora più alto, il dato della città di Cremona a 230,9% (ISTAT, 2023c). quest’ultimo caso ci mostra come ci sia un rapporto di 2:1, a Cremona ci sono poco più di due anziani ogni persona giovanissima (0-14 anni). (Istat, 2023)
Se da un lato l’aumento della speranza di vita apre a nuove prospettive di vita e di lavoro, questa dinamica di invecchiamento della popolazione comporta gravose sfide sia per il sistema sanitario che per i servizi sociali, che si troveranno sempre più a dover fronteggiare patologie croniche e la progressiva perdita di autonomia dell’anziano. La recente legge 33 del 2023 disciplina alcune deleghe al governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.
In particolare, detto provvedimento riconosce il diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e il principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente.
Per l’ottimale attuazione di tale normativa le società scientifiche della sanità pubblica RAPH, FIASO, ASPHER e SIT nel position paper del 7 febbraio 2024 hanno ribadito con forza la necessità di procedere, come il decreto legislativo relativo alla Legge 33/2023 suggerisce, per sperimentazioni locali, “in un quadro ben definito a livello nazionale”. Tali sperimentazioni permetteranno alla riforma di procedere dal basso, attivando risorse specificamente presenti nelle diverse situazioni e costruendo consenso intorno a forme di servizi territoriali e domiciliari integrati sociali e sanitari. Nelle sperimentazioni stesse dovranno essere presenti quelle competenze accademiche, economiche, manageriali e sanitarie, in grado di offrire il proprio know-how per il corretto sviluppo del percorso esplicitato precedentemente.
Patologie oncologiche e cronicità
L’attività oncologica è, negli ultimi anni, in forte espansione per effetti di alcune tendenze:
- aumento dell’età media della popolazione;
- incremento del numero dei pazienti sottoposti a trattamento (chirurgico, medico oncologico, radioterapico);
- progressi dei trattamenti che possono una cronicizzazione di molte neoplasie
In Italia vengono diagnosticati circa 1.000 casi di tumore al giorno; la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti è progressivamente migliorata, grazie al successo dei programmi di screening, all’approccio multidisciplinare e ai più recenti trattamenti farmacologici, superando ora il 60% (57% nei maschi, 63% nelle femmine con un miglioramento del 18% nei maschi e del 10% nelle donne rispetto a 10 anni fa).
Ciò ha comportato un aumento della prevalenza che è ormai vicina al 5% della popolazione generale (circa 3 milioni di soggetti con pregressa diagnosi oncologica nella popolazione italiana).
Oggi quindi il tumore è diventato una malattia sempre più curabile in una elevata percentuale di casi. Ciò avviene quando l’ex paziente ha superato al 100% la patologia e la sua aspettativa di vita torna paragonabile a quella di un individuo che non è mai stato malato. In una percentuale ancora più alta, il tumore diviene una patologia cronica: una malattia che “non scompare”, ma che è possibile tenere sotto controllo efficacemente con terapie appropriate e controlli regolari. Aspetti fondamentali che, naturalmente, non possono essere separati dalla necessità di condurre una buona qualità di vita e di vivere in serenità il quotidiano.
Le persone affette da patologie oncologiche ormai cronicizzate sono molte: circa 2 milioni. I pazienti oncologici cronici sono quelli con tumori che progrediscono lentamente o che alternano fasi di remissione e fasi di ripresa della malattia. I trattamenti disponibili oggi permettono di “controllare” la malattia anche per molto tempo, quindi una persona ha davanti a sé un buon numero di anni di vita, con il diritto di viverli appieno, occupandosi della propria famiglia, dell’attività lavorativa, viaggiando e dedicandosi in tutta serenità a ciò che ama.
Questa legittima aspirazione può talvolta scontrarsi con la necessità di sottoporsi a terapie a scadenze periodiche, a visite di controllo, esami diagnostici e a colloqui con il curante che richiedono spostamenti anche lontano dal proprio domicilio. Questo comporta un dispendio di risorse, sottrae tempo che si vorrebbe dedicare ad altro e può generare ansie e disagi. Sarebbe opportuno disporre di soluzioni e sistemi che non obblighino il paziente a spostamenti per visite e terapie, ma che garantiscano anche un’assistenza direttamente non solo ospedaliera ma anche di prossimità. Questo avrebbe ripercussioni positive anche sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN), perché limiterebbe gli accessi ospedalieri impropri, snellirebbe la burocrazia e permetterebbe un migliore impiego delle risorse economiche e del personale dei centri di cura.
Le nuove esigenze del malato cronico
Un’organizzazione sanitaria in grado di porre il paziente al centro e di gestire il percorso di cura integrato ospedale-territorio costituisce la base per un reale cambiamento, che da organizzativo diviene psicologico e sociale con un miglioramento dello stile di vita.
Il paziente oncologico, infatti, dovrebbe avere la possibilità di:
- assumere le terapie in modo regolare, puntuale e con le corrette posologie, eventualmente facendosi supportare da sistemi automatici di reminder;
- disporre di un sistema organizzato tra ospedale e territorio per visite di controllo ed esami diagnostici
- essere certo di poter contare sul riscontro del medico di Medicina generale e dell’oncologo ogni volta che è necessario.
Una vera rivoluzione dal punto di vista organizzativo, che incrementa la serenità nel quotidiano del Paziente e del suo Caregiver, concedendo maggiore tempo di qualità per fare quello che piace. Questo ha ripercussioni positive anche sulla compliance del trattamento, perché terapie e controlli si inseriscono con naturalezza nel quotidiano, senza interruzione della routine. Seguirli diviene quindi più semplice e automatico, con impatti positivi sull’aderenza alla cura ed al trattamento e quindi sui suoi benefici.
All’interno di questo nuovo contesto di sanità, il Progetto pilota denominato Cremonensis – One Health Program si propone di costituire un progetto di fattibilità di integrazione tra ospedale e territorio in area oncologica come prima esperienza “sul campo” sul tema della gestione della cronicità.
Il Progetto Cremonenisis – One Health Program promosso dalla partnership tra alcune realtà imprenditoriali ed enti del territorio cremonese e l’Università si vuole affermare al centro di nuove sfide in un panorama sempre più dinamico e competitivo.
Il termine “One Health” esprime il concetto che sottolinea l’interdipendenza tra la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema. One Health è un approccio che risponde ai bisogni delle popolazioni affette da patologia cronica in base all’intimo rapporto tra la loro salute, il cibo che assumono, l’ambiente in cui vivono, considerando l’ampio spettro di determinanti che emergono da questa relazione.
Il sinergismo tra le realtà cremonese e l’Università, con Progetto Cremonenisis – One Health Program, intende pertanto favorire quel contesto colturale in cui promuovere temi quali:
- Interesse per le nuove tecnologie con focus sulle App e sistemi digitali e telesanità in generale per supporto psico-sociologico e di assistenza dei fragili e loro caregivers;
- Human Genome Health e infrastrutture di co-lab tra Sanità clinica e repository di bio-campioni in biobanca, Agri-system e Intelligenza Artificiale con applicazioni per la salute umana in relazione all’equilibrio dell’ecosistema o alla produzione alimentare;
- Analisi biostatistiche-informatiche del contesto culturale con integrazione dei dati sociologici, sanitari, alimentari per la promozione di un percorso di salute ed alimentare dell’uomo in relazione alla età ed allo stato di salute nel contesto di ecosistema in cui si trova.
Proprio per questo motivo, OSeS ETS ha deciso di attivare una raccolta fondi per garantire il completamento dello sviluppo del progetto Cremonensis – One Health Program.